mercoledì 23 settembre 2015

L'accordo di ristrutturazione dei debiti e il concordato preventivo

L'accordo di ristrutturazione dei debiti e il concordato preventivo
Questo ebook, e gli altri due collegati, relativi rispettivamente a “Le soluzioni extragiudiziali alla crisi di impresa: il rilancio manageriale e il Piano di risanamento”, e “La procedura fallimentare e i suoi vari esiti” (di prossima pubblicazione), puntano a presentare nel loro complesso i vari percorsi che un’impresa in difficoltà può tentare al fine di salvaguardare, per quanto possibile, l’operatività, nonché le stesse prospettive future di continuità e redditività dell’azienda.
Il presente testo è dedicato ad illustrare i percorsi di natura giudiziale che possono portare fuori dalla crisi di impresa, ovvero l’Accordo di ristrutturazione dei debiti (Capitolo 1), e il Concordato preventivo (Capitolo 2).

Va detto che queste due soluzioni giudiziali presentano molte affinità, a cominciare dalle condizioni di accesso, che sono le stesse della procedura fallimentare.
In effetti, l’attivazione dell’Accordo di ristrutturazione dei debiti, così come del Concordato preventivo, pur producendo nel corso della procedura effetti leggermente diversi, assicurano entrambi una protezione piuttosto significativa dell’azienda in difficoltà, con la conseguenza che, almeno in condizioni normali, l’imprenditore in crisi non avrà motivi per non ricorrervi (visto che l’alternativa è il fallimento, o peggio, le azioni esecutive dei creditori sui beni dell’impresa).
Un secondo elemento comune tra i due istituti (Accordo di ristrutturazione e Concordato preventivo) è dato dal fatto che in entrambe le procedure occorre presentare una domanda in Tribunale, i cui contenuti sono sostanzialmente gli stessi. Ma dalla presentazione della domanda in poi le differenze non mancano, sia in termini di procedura, sia in termini di effetti, anche se per quest’ultimo profilo le differenze, come già detto, sono poco rilevanti.


È il caso di segnalare che tutti e due questi capitoli hanno la stessa impostazione. Infatti tutti iniziano con un paragrafo denominato “Quadro generale”, nel quale si presentano le caratteristiche salienti dell’istituto. Segue poi un paragrafo che illustra le condizioni richieste per l’attivazione della soluzione concorsuale, per passare poi alla descrizione della procedura, nel cui ambito sono riportate le indicazioni per predisporre i documenti necessari per l’avvio del percorso che dovrebbe portare l’impresa ad uscire dallo stato di crisi. Conclusa la descrizione dei passaggi procedurali, si continua l’esame con l’analisi degli effetti della soluzione concorsuale, presentando tali conseguenze in funzione dello stato di avanzamento della procedura. Infine, tutti i capitoli terminano con un paragrafo che ricorda le modalità di attuazione della soluzione concorsuale, una volta che la procedura è completata.

Prima di cominciare ad illustrare i vari argomenti, è utile ricordare al lettore che l’impostazione di questo lavoro è ispirata ad un ragionevole compromesso tra un approccio operativo ed uno giuridico nella descrizione dei vari istituti previsti dalla legge fallimentare.
Questo approccio può risultare utile non solo agli addetti ai lavori (professionisti, avvocati, commercialisti), ai quali è sicuramente preziosa una visione schematica delle cose da fare, ma anche agli stessi imprenditori, che spesso non hanno ben chiare le differenze tra le varie procedure concorsuali, sotto il profilo sia delle conseguenze, sia degli adempimenti da effettuare.

Indice
  • Introduzione
  • 1. L’accordo di ristrutturazione dei debiti
    • 1. Quadro generale - 1.1. L’impostazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti - 1.2. Le differenze tra accordo di ristrutturazione dei debiti e piano di risanamento - 1.3. Considerazioni sulle opportunità offerte dall’accordo di ristrutturazione dei debiti.
    • 2. Le condizioni per l’attivazione della procedura dell’accordo - 2.1. Il rispetto dei requisiti dimensionali stabiliti dalla legge fallimentare - 2.2. La presenza di uno stato di crisi
    • 3. La procedura dell’accordo - 3.1. La predisposizione del piano industriale e finanziario - 3.2. La predisposizione dell’accordo - 3.3. Il deposito della proposta di accordo in Tribunale - 3.4. L’attestazione del piano e dell’accordo - 3.5. L’approvazione del piano e dell’accordo - 3.6. La pubblicazione dell’accordo - 3.7. La domanda di omologazione dell’accordo al Tribunale - 3.8. L’omologazione dell’accordo da parte del Tribunale - 3.9. Le condizioni per la conclusione positiva della procedura dell’accordo - 3.10. L’accordo di ristrutturazione dei debiti con le banche
    • 4. Gli effetti dell’accordo - 4.1. Quadro generale - 4.2. Gli effetti del deposito della proposta in Tribunale - 4.3. Gli effetti della pubblicazione dell’accordo nel registro delle imprese - 4.4. Gli effetti del deposito in Tribunale della domanda di omologazione dell’accordo - 4.4.1. Quadro generale - 4.4.2. L’esenzione dagli obblighi di ricapitalizzazione e di scioglimento in caso di riduzione del capitale sociale - 4.4.3. La possibilità di richiedere al Tribunale l’autorizzazione ad acquisire finanziamenti prededucibili, a cedere i crediti, e a pagare i fornitori - 4.5. Gli effetti dell’omologazione dell’accordo - 4.5.1. Quadro generale - 4.5.2. La disciplina della prededucibilità - 4.5.3. Il blocco delle azioni cautelari ed esecutive - 4.5.4. L’esenzione da azione revocatoria per gli atti compiuti in esecuzione dell’accordo - 4.5.5. La prededucibilità dei finanziamenti previsti dall’accordo - 4.5.6. La prededucibilità dei finanziamenti erogati ai fini della presentazione della domanda di accordo - 4.5.7. La prededucibilità dei finanziamenti erogati dai soci - 4.5.8. L’esenzione dalle disposizioni penali in tema di bancarotta
    • 5. L’attuazione dell’accordo
  • 2. Il concordato preventivo
    • 1. Quadro generale - 1.1. L’impostazione del concordato preventivo - 1.2. Le differenze tra concordato preventivo e accordo di ristrutturazione dei debiti
    • 2. Le condizioni per l’attivazione della procedura del concordato preventivo
    • 3. La procedura anticipata del concordato preventivo (cd. concordato in bianco)
    • 4. La procedura ordinaria del concordato preventivo nella prima fase - 4.1. La predisposizione del piano - 4.2. Il piano per il concordato preventivo con continuità aziendale - 4.3. L’attestazione del piano - 4.4. La presentazione della domanda per l’ammissione alla procedura - 4.5. La richiesta di sciogliere o sospendere i contratti - 4.6. La valutazione della domanda da parte del Tribunale - 4.7. La decisione del Tribunale sull’ammissibilità della domanda - 4.8. Le proposte alternative di concordato dei creditori e del Tribunale - 4.9. La pubblicazione del decreto del Tribunale di ammissione della domanda
    • 5. Gli attori del concordato preventivo - 5.1. Quadro generale - 5.2. I compiti del Tribunale - 5.3. I compiti del giudice delegato - 5.4. I compiti del commissario giudiziale
    • 6. La procedura ordinaria del concordato preventivo nella seconda fase - 6.1. La convocazione dei creditori per l’approvazione del concordato preventivo - 6.2. La votazione per l’approvazione del concordato preventivo - 6.3. L’omologazione del concordato preventivo - 6.4. La chiusura della procedura del concordato preventivo
    • 7. Gli effetti del concordato preventivo - 7.1. Quadro generale - 7.2. Gli effetti della presentazione della domanda di concordato in bianco - 7.3. Gli effetti della presentazione della domanda di concordato preventivo - 7.4. Gli effetti dell’ammissione della domanda da parte del Tribunale - 7.5. Gli effetti dell’omologazione del concordato preventivo - 7.6. Gli effetti del concordato con continuità aziendale
    • 8. L’attuazione del concordato preventivo - 8.1. La vendita dei beni - 8.2. La liquidazione dei proventi ai creditori - 8.3. Il controllo dell’attuazione - 8.4. La conclusione della procedura

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